L’opera di Elisa Giardina Papa inquadra, tramite ricerche approfondite e una sottile ironia, le modalità in cui si presentano e si realizzano il genere, la sessualità e il lavoro nell’economia digitale del XXI Secolo.
La sua nuova videoinstallazione, intitolata “U Scantu”: A Disorderly Tale (2022) reinterpreta il mito siciliano delle donne di fora (“donne di fuori”), che la tradizione orale descrive al contempo femminee e mascoline, umane ma in parte animali, benevole eppure vendicative. L’installazione video ritrae le donne di fora come adolescenti che percorrono le desolate architetture postmoderne di Gibellina Nuova pedalando sulle loro biciclette, personalizzate con potenti impianti stereo secondo la moda del bike tuning.
Le scorribande di queste tuners sono inframmezzate da motivi testuali e visivi attinti da una raccolta di favole siciliane del XIX secolo, dai frammentari ricordi d’infanzia dell’artista riguardanti canzoni e storie che le raccontava sua nonna, e dai processi dell’Inquisizione che, nel XVI e XVII secolo, perseguivano le donne che ritenevano essere, per l’appunto, donne di fora.
Accompagnato da sculture in ceramica di piedi d’oca e serpenti intrecciati realizzate in collaborazione con artigiani siciliani, “U Scantu”: A Disorderly Tale ripropone il magico, il rituale e il fantastico, come forze radicali in grado di mettere in discussione le categorie predeterminate di umanità e femminilità.
Ian Wallace